Materie, spazi, visioni. Conversazione con Sophie Ko

26.02.2020, 17:00-19:00

Sono presenti:
Sophie Ko – artista
Andrea Pinotti – critico d’arte

Modera:
Giorgio Verzotti –  curatore, storico e critico dell’arte

Sophie Ko lascia cadere. Lasciando cadere, lascia accadere.

Lascia cadere: le cascate di pigmenti puri, di materiali combusti, di polveri, scendono verso il basso, tracciando (come ci suggeriscono i titoli di alcune sue opere) “declivi”, “geografie”, disegnando cioè, alla lettera, la terra. In questo senso Sophie Ko si sottrae al gesto millenario dell’erigere, allo sforzo protrattosi per innumerevoli generazioni di opporsi alla gravità. Acconsente alla spinta verso il basso, che accompagna anzi con complicità.

Lascia accadere: quelle cadute non sono improvvise, si distendono, molto lentamente nel tempo. E nel tempo disegnano forme sempre nuove. La storia delle teorie delle arti visive si è spesso e volentieri polarizzata nella distinzione fra immagini statiche (la scultura, la pittura, la fotografia) e immagini dinamiche (il cinema, il video, l’arte elettronica). Impossibile applicare questo criterio a Sophie Ko: sono quadri, ma si muovono. Di quelle coppie elementari di cui ho detto poco sopra – alto/basso, destra/sinistra, davanti/dietro – le opere di Sophie Ko rispondono solo alla legge della prima: una volta terminato l’accadere della caduta, mi piace pensare che le si possa girare sottosopra, come una clessidra che debba essere nuovamente messa in moto. La cornice che conchiude la serie di accadimenti diventa così una sorta di maniglia per riattivare il processo.

Estratto del testo: Sophie Ko, o del lasciar cadere di Andrea Pinotti, dal catalogo della mostra Materie, spazi, visioni – Sophie Ko, Valerie Krause, Marco Andrea Magni. Il testo è stato scritto per il progetto  di Sophie Ko “Atti di resistenza”.

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