Yuval Avital
Silent Night
2018
tecnica mista su carta / mixed media on paper
42 x 59,4 cm

Yuval Avital
Untitled
2020
china su carta / India ink on paper
41,6 x 29 cm

Yuval Avital
Singing Mask n.32 / Leviathan I
2019
marmo, ferro, altoparlanti in alluminio, sistema di amplificazione / marble, iron, aluminium loudspeakers,amplification system
75 x 40 cm

Installation view Yuval Avital. E T E R E

BUILDING

Ph. Leonardo Morfini

Installation view Yuval Avital. E T E R E

BUILDING

Ph. Leonardo Morfini

Yuval Avital. E T E R E

08.04.2021 – 26.06.2021

VIRTUAL 3D TOUR

 

BUILDING presenta E T E R E, la mostra personale dell’artista e compositore Yuval Avital, a cura di Annette Hofmann. E T E R E è un progetto espositivo ideato appositamente per i quattro piani di BUILDING che raccoglie oltre cento opere, di cui molte inedite. Un racconto onirico scandito in quattro capitoli dove ogni spazio è pensato come un microcosmo che racchiude e rispecchia un ambiente definito, connesso agli altri secondo un percorso di ascensione.

Come racconta la curatrice Annette Hofmann: “La prima mostra personale di Yuval Avital in BUILDING invita il visitatore a partecipare a un viaggio dentro la narrazione multidisciplinare dell’artista. Nel cuore della pratica di Yuval Avital si situa il momento presente, inteso in senso assoluto, e incentrato sull’esplorazione dei concetti di identità/subconscio, oscurità/luce e amore/desiderio. Ciascun lavoro riflette le qualità formali e materiche di una coscienza e di un’esperienza comuni, le quali originano un cerchio magico non solo dentro l’architettura unica di BUILDING, ma anche all’interno della propria narrativa. Tutte le opere descrivono un’impellente ricerca di verità che porta il visitatore a confrontarsi con il proprio momento presente”.

Yuval Avital è conosciuto per le sue grandi installazioni e per la creazione di complesse opere multimediali che sfidano le tradizionali categorie che separano le arti. Avvicinandosi anche alle pratiche dell’arte partecipativa, la sua ricerca comprende l’utilizzo di pittura, scultura, performance, video e fotografia, spesso in dialogo e connubio con la componente sonora.

Il progetto di mostra E T E R E, così come tutte le opere su larga scala di Avital, si configura come un ambiente immersivo e totalizzante in cui confluiscono linguaggi e strumenti espressivi differenti che spaziano dalle tecniche più tradizionali, fino a quelle più innovative e interdisciplinari come le creazioni “icono-sonore”, così definite dall’artista sin dall’inizio della sua ricerca.

L’incipit della mostra di Avital è la fiaba Il Cuore e la Fonte tratta dal Racconto dei sette mendicanti del Rabbino Nachman di Breslav [1] di cui E T E R E è una trasposizione metaforica, dinamica e sensoriale che si snoda in un percorso espositivo articolato. Nel racconto del Rabbino Nachman, il mondo possiede un Cuore che arde di desiderio per la Fonte d’acqua che si trova all’altra estremità del creato. Anche la Fonte brama il Cuore, ma vivono lontani nel tempo e nello spazio senza possibilità di raggiungersi e senza smettere di desiderarsi. Ma, prima che il giorno finisca e che la Fonte si prosciughi e che, di conseguenza, il Cuore si spenga nel suo dolore mettendo fine anche alla vita del mondo, l’Uomo Giusto regala un nuovo giorno al Cuore, e il Cuore alla Fonte, così che possano rinascere insieme.

Come il Cuore del Mondo nella fiaba, l’Uomo nella visione dell’artista è un essere per sua natura incompleto, costantemente accompagnato da un sentimento di assenza che lo spinge a ricercare le sue parti mancanti nella realtà fisica, psichica e metafisica. Lungo il suo cammino, egli si imbatte in Angeli e Demoni, esperisce sia l’Amore sia il Lutto sia la Nostalgia, aspirando al Trascendentale e al Terreno Utopico. Il vuoto incolmabile presente tra l’Uomo e le Cose è il vettore di questo viaggio e costituisce l’essenza di E T E R E.

Vivere l’Etere significa per me tentare di essere completamente dentro le Cose” – spiega Yuval Avital – “non osservarle dall’esterno né concettualizzarle, ma immergendomici. Questo modus operandi riflette le mie idee di totalità (anche in senso wagneriano) dell’arte come rito inclusivo, ma sopratutto si riferisce a quello che cerco di fare con il mio lavoro, ovvero svelare almeno in parte le verità nascoste nelle Cose. Quest’ultimo è forse il filo conduttore principale della mia opera in tutte le sue manifestazioni, chiedendo a me stesso un ascolto profondo, uno stato di apertura e vulnerabilità assoluto, il medium artistico non è soltanto un mezzo ma anche un sensore, una membrana, un’esca. La mostra E T E R E, che raccoglie molti anni di questa mia ricerca, presenta numerose opere inedite, alcune create appositamente per l’occasione, diventando quindi per il visitatore non soltanto un excursus estetico ma soprattutto un viaggio esperienziale”.­­­

[1] Teologo e rabbino ucraino (1772, Medžybiž, Ucraina – 1811, Uman, Ucraina) fondatore della tradizione chassidica di Breslav e dell’omonima dinastia rabbinica.

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