Mīror. The Ladies’ Room e opere tessili di artiste del ‘900

04.04.2019 – 15.05.2019

SEDE

Galleria Moshe Tabibnia

www.moshetabibnia.com

Via Brera 3, Milano

mar – sab, 10 – 19

Apertura straordinaria

domenica 7 aprile, 10 – 15

lunedì 8 aprile, 13 – 19
ore 5 cocktail inaugurale in presenza delle artiste

domenica 14 aprile, 10 – 15
4 Apr 2019 – 15 Apr 2019
Mīror

[sorprendersi, meravigliarsi, vedere con stupore, ammirare, contemplare con rispetto.]

Dal 4 al 14 aprile BUILDING presenta Mīror, un progetto del collettivo di design The Ladies’ Room – Ilaria Bianchi, Agustina Bottoni, Astrid Luglio, Sara Ricciardi – pensato per gli spazi della Galleria Moshe Tabibnia (via Brera 3, Milano) e realizzato in collaborazione con il Centro Studi Moshe Tabibnia. Per il secondo anno consecutivo, in occasione di miart e del Salone del Mobile, BUILDING ha scelto di collaborare con The Ladies’ Room, il cui lavoro si basa sulla condivisione di esperienze collaborative multidisciplinari, sperimentali, fluide, attraverso cui riflettere sul design contemporaneo.

Mīror è un’installazione di tre sculture riflettenti che nasce dall’esplorazione dell’immagine in un gioco di illusioni ottiche e di alterazione della percezione, alla ricerca di un preciso istante, quello in cui stupirsi scoprendo una forma, un dettaglio, un vuoto, un riflesso o se stessi. Lo spettatore diventa protagonista attivo nello spazio, invitato a entrare nell’orbita dell’oggetto per scorgere la propria immagine, ricomporre il proprio ritratto, ammirare le opere circostanti da nuove prospettive per poi tornare a perdervisi. Tre specchi ma anche tre spazi vuoti e tre forme geometriche da fruire attraverso diversi angoli di riflessione.

Mīror è un progetto inedito che dialoga con una selezione di opere tessili create da diverse artiste del ventesimo secolo, scelte da The Ladies’ Room in collaborazione con il Centro Studi Moshe Tabibnia. A seguito della pubblicazione Intrecci del Novecento. Arazzi e tappeti di artisti e manifatture italiane e dell’omonima mostra organizzata presso la Triennale di Milano (ottobre 2017), la Galleria Moshe Tabibnia torna a riflettere su alcune delle opere più significative del ventesimo secolo della propria collezione. Riflessi negli specchi di The Ladies’ Room lo spettatore ammirerà i vortici di colore dei raffinati arazzi francesi di Sonia Delaunay, i tappeti di Fourgeaud, le vivaci geometrie dei tappeti di Nathalie Du Pasquier, le tarsie in panno futuriste di Beatrice Santiccioli e le liriche composizioni a piccolo punto di Niki Berlinguer e Anna Maria del Drago.

Cenni biografici

The Ladies’ Room è un collettivo fondato nel 2016 a Milano da Ilaria Bianchi, Agustina Bottoni, Astrid Luglio e Sara Ricciardi.
I loro progetti disegnano scenari tanto contemplativi quanto tangibili e nascono per accompagnare i visitatori in percorsi simbolici attraverso l’utilizzo di materiali e tecniche artigianali locali. The Ladies’ Room lavora con studi di design, gallerie, aziende e clienti privati e i loro progetti spaziano dai pezzi unici, alle installazioni, a progetti di curatela. Nel 2018, hanno presentano “In itinere”, un‘installazione su quattro piani realizzata in collaborazione con BUILDING di Milano. Il loro progetto Fènomena (2017), patrocinato dal Distretto 5Vie, è stato selezionato dal Milano Design Award, come una delle 40 migliori esposizioni al Salone del Mobile.

Niki Berlinguer (1905-1994) è sicuramente una delle figure più emblematiche dell’arte della tessitura artistica italiana del Novecento, che ha saputo coniugare sapiente tecnica manuale e linguaggi moderni. Le sue opere sono singolari pannelli murali eseguiti con la tecnica del ricamo a piccolo punto. Presentati al pubblico a partire dal 1957, i lavori di Niki dialogano con il mondo dei pittori a lei coevi: da Afro a De Chirico, da Fontana a Guttuso, e tanti altri. Negli anni in cui le più importanti arazzerie italiane portavano sullo scenario tessile i grandi pittori dell’epoca, Niki Berlinguer è emersa per aver “interpretato” e non semplicemente “tradotto” le loro opere, e per aver portato in voga una tecnica di tessitura poco conosciuta e utilizzata all’epoca (come quella del piccolo punto). Niki s’ispira all’opera dell’artista e ne assorbe la qualità più pregiata, ma poi nel corso esecutivo del suo lavoro, la ricrea attraverso la sua libera ispirazione e interpretazione. La sua spiccata creatività l’ha resa inoltre un’artista “a tutto tondo”, che non si è limitata a interpretare opere altrui, ma che si è messa alla prova anche con sue personali composizioni.

Anna Maria Giovanrosa (1939), moglie del pittore Francesco del Drago, inizia la sua attività artistica a Parigi negli anni Sessanta. Affascinata dagli arazzi a piccolo punto, in quegli anni comincia a produrre le sue prime composizioni tessili, ispirandosi alle opere di artisti come Guttus, Dorazio, Klee, Calder. La ricerca pittorica condotta dal marito ha avuto moltissima influenza sul lavoro di Anna Maria: le scomposizioni post-impressioniste, il richiamo ai colori dei Fauves e ai lavori di Sonia Delaunay sono motivi ricorrenti nelle sue opere. Dopo l’esperienza del piccolo punto Anna Maria del Drago si dedica alla tessitura dell’arazzo al telaio, non ispirandosi più ai modelli di altri artisti ma creando sue personali composizioni, opere ispirate alla campagna di Filacciano: paesaggi, fiori, boschi e tramonti che fanno capolino da montagne stilizzate. Il cartone elaborato sapientemente nello studio, non è che un primissimo spunto per la tessitura finale. Come un vero artista impressionista, Anna Maria lavora all’aperto: i fili s’intrecciano fra le sue mani seguendo semplicemente la natura e il suo mutare incessante.
In mostra un arazzo ricamato a partire da un disegno appositamente creato per lei da Renato Guttuso: I tetti di Velate, 1968.

Sonia Terk Delaunay (1885-1979) è sicuramente da annoverare fra le artiste più originali che hanno operato nel mondo dell’arte tessile. Artista di origine russa, trasferitasi a Parigi per studiare arte, giocò un ruolo fondamentale per le arti applicate del XX secolo, divenendo una delle più grandi innovatrici della moda, del design e dell’arte tessile in generale. Sposata con l’artista Robert Delaunay, prima di dedicarsi completamente al mondo tessile, Sonia sperimenta molto nella pittura, ponendo al centro della sua ricerca il colore (“simultanisme”). L’interesse specifico per i tessuti nasce nel 1911 con la realizzazione di una coperta per la culla del suo primogenito appena nato: un patchwork di frammenti di varie stoffe. Da quel momento in avanti Sonia approfondirà il tessile come supporto artistico d’investigazione poetica: tende, cuscini, ricami, abiti, tessuti e tappeti realizzati nei diversi atelier che istituisce fra la Spagna e la Francia. La produzione in cui Sonia si è maggiormente affermata è sicuramente quella degli arazzi. Alla fine degli anni Sessanta ha inizio una lunga collaborazione con l’Atelier Pinton/Felletin, con il quale realizza una serie di arazzi, a partire da 27 cartoni da lei appositamente creati. Il ricorso all’arazzo è per l’artista l’esito di un processo creativo: non una ripresa della pittura trasportata su una tecnica differente, ma una creazione unica che trae la sua essenza esclusivamente dalle potenzialità dettate dal materiale, ossia dalla lana e dai suoi intrecci. Affermata designer e co-fondatrice del gruppo Memphis, Nathalie du Pasquier (1957) ha sempre nutrito un profondo interesse per l’arte tessile, e nello specifico per il mondo del tappeto, da lei considerato luogo sacro della casa, in cui potersi rifugiare e accoccolare. Se da bambina trascorreva ore e ore a riprodurre i disegni dei tappeti di famiglia, l’idea di disegnare sue composizioni per tappeti nasce in occasione di un viaggio compiuto in Tunisia nel 1982. I suoi primi esperimenti concreti sono due tappeti per Memphis; successivamente collabora intensamente con l’Atelier d’Arte Tessile Elio Palmisano, disegnando una collezione insieme al compagno e designer George Sowden.

Beatrice Santiccioli (1961), rinomata pittrice di San Francisco, dove tuttora vive, è entrata giovanissima nel mondo del design internazionale, grazie alle sue originali creazioni. L’incontro con l’arte tessile avviene all’inizio degli anni novanta, grazie all’Atelier d’Arte Tessile Elio Palmisano: dalla loro collaborazione nascono Gli arazzi della nuova Era, una serie di opere a tarsie di tessuti diversi, rifiniti con cordonetto, punto pieno, punto lanciato e punto raso. Realizzati con tessuti di vario genere, dai rasi alle tele e disposti su un supporto di tela o altro genere di tessuto, creano l’effetto di tessere di mosaici. L’ispirazione per la realizzazione di questi arazzi venne principalmente dai metodi di lavorazione della Casa d’Arte Depero, perfezionati con l’ausilio delle più sofisticate tecnologie artigianali.

Pittrice e designer francese, attiva principalmente durante gli anni Venti, Yvonne Fourgeaud (1889-1987) ha progettato moltissimi tappeti per alcune delle manifatture più importanti dell’epoca. Negli anni in cui i grandi magazzini si avvalgono del tappeto come strumento per promuovere un rinnovamento dei linguaggi dell’arredamento, coinvolgendo nella progettazione i grandi designer contemporanei, Yvonne Fourgeuad è stata una delle figure più significative e richieste. I Grands Magazines à la Place Clichy (storico grande magazzino parigino fondato nel 1882, specializzato nell’arredamento e nella vendita di tappeti orientali) nel 1927 commissionano la realizzazione di una collezione di dodici tappeti creati a mano a partire dai disegni dei più importanti nomi del design francese: Yvonne Fourgeaud viene coinvolta insieme a Jacques Vergé, Francis Jourdain, Edouard Bénédictus. Anche la manifattura francese Lucien Bouix (fondata nel 1854 e con sedi a Parigi e Lione), specializzata nella produzione di tessuti per arredamento, arazzi e tappeti, si avvale dell’estro creativo di Yvonne Forgeaud per alcuni tappeti di sua produzione. Itappeti progettati da Fourgeuad si caratterizzano per motivi floreali e astratti, esprimendo in maniera eccellente il gusto francese tanto in voga all’epoca.

La Galleria Moshe Tabibnia è riconosciuta a livello internazionale per essere il punto di riferimento dei maggiori collezionisti di tutto il mondo per la ricerca, l’acquisizione, lo studio e la valorizzazione dei tessili antichi di alta epoca, operando da oltre 25 anni in questo settore. La sua attività si distingue specialmente per l’attenzione dedicata alla ricerca scientifica, condotta in collaborazione con istituzioni ed università, in Italia e nel mondo, e per l’impegno rivolto alla divulgazione della cultura legata all’arte tessile.

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